Gli Archivi

Archivio Giuseppe Ardinghi

Artista e letterato di rilievo nazionale, Giuseppe Ardinghi ha partecipato alla vita culturale e intellettuale lucchese del secolo scorso insieme a Guglielmo Petroni, Mario Tobino, Gaetano Scapecchi, Mario Marcucci e altri, tra cui la pittrice Mari Di Vecchio con cui ha condiviso la vita e l'attività artistica.
Archivio Giuseppe Ardinghi
Nota biografica
Giuseppe Ardinghi nasce a Lucca l'8 agosto 1907. Tra il 1922 ed il 1925 frequenta l'Istituto di belle arti di Lucca, l'Accademia di belle arti di Bologna e infine l'Accademia di belle arti di Firenze e i corsi serali della Scuola libera del nudo. La sua formazione si conclude nel 1926 all'Accademia di belle arti di Roma. Terminata l'esperienza romana Ardinghi ritorna a Lucca dove frequenta l'ambiente artistico e intellettuale che gravita attorno al Caffè Caselli (poi Caffè Di Simo), frequentato da Arrigo Benedetti, Guglielmo Petroni, dallo scultore  Gaetano Scapecchi e altri.
Nel 1928 è ammesso per la prima volta alla Biennale di Venezia; nel 1931 è presente alla I Quadriennale di Roma e alla collettiva di artisti lucchesi organizzata a Milano in cui espone assieme a Mari Di Vecchio, che nel 1933 diverrà sua moglie e con cui condividerà il percorso artistico per tutta la vita. Dopo un breve periodo trascorso a Firenze, si trasferisce alle Focette di Pietrasanta dove frequenta gli intellettuali e gli artisti che popolano Viareggio e la Versilia, tra i quali Enrico Pea, Mario Tobino e il pittore Mario Marcucci. Partecipa all'Esposizione universale di Parigi del 1937 dove riceve il diploma di medaglia d'oro per il dipinto "La madre"; espone a Lucca, Viareggio e in altre località italiane, realizza alcuni affreschi ed ottiene incarichi d'insegnamento all'Accademia di Firenze (1932), a La Spezia, a Viareggio e infine a Lucca, dove dal 1952 insegna definitivamente all'Istituto d'arte. A partire dagli anni Cinquanta i suoi interessi artistici includono la realizzazione di numerose vetrate artistiche: nel 1951 vince il concorso per le nuove vetrate della cattedrale di San Martino, cui seguono altre opere realizzate a Collodi, Pratovecchio. Inoltre si dedica allo studio dell'arte e dell'architettura di Lucca e del suo territorio pubblicando tra l'altro le monografie dedicate all'arte del ferro battuto Antichi fanali in ferro battuto lucchesi (1969) e Roste a Lucca ed altri ornamenti (1997) e gli studi sull'architetto Lorenzo Nottolini.
Nel 2004 viene nominato ispettore onorario del Ministero dei beni culturali, delle attività culturali e del turismo per la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Lucca e Massa Carrara. Nel 1989 tiene la sua prima personale al Caffè Di Simo e nel 2005, ormai quasi centenario, viene celebrato con una mostra monografica al Museo Nazionale di Villa Guinigi. Muore a Lucca il 5 ottobre del 2007.

L'archivio
Si tratta di un archivio piuttosto consistente - acquistato nel 2009 dalla Fondazione tramite l’interessamento di Luciano Fava - costituito da materiale eterogeneo proveniente dallo studio e dall’abitazione privata del Prof. Ardinghi, condizionata in 57 scatoloni, collocati al terzo piano del Palazzo delle Esposizioni, nella sala dedicata agli Archivi privati di persona di proprietà della Fondazione.
Un preliminare lavoro di riordino è stato svolto dall'archivista Francesca Pisani nel 2023 che ha in primo luogo suddiviso il materiale archivistico da quello bibliotecario comprendente anche un consistente nucleo attinente l'emeroteca.
Il lavoro finora svolto ha permesso di individuare le serie corrispondenti alle principali attività del soggetto produttore:
- personale;
- formazione;
- artista;
- critico e storico dell'arte;
- critico letterario;
- scrittore e poeta;
- critico musicale;
- circoli culturali;
- viaggi;
- "quisquiglie".
La documentazione è attualmente suddivisa sulla base di queste serie in attesa di svolgere le operazioni di riordino e inventariazione.
Una ulteriore parte dell'archivio di Giuseppe Ardinghi, costituito prevalentemente da corrispondenza, si trova presso l'Archivio di Stato di Lucca, a seguito di donazione da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca avvenuta nel 2016.
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