Domenico Martinelli architetto lucchese

Nota biografica

Nato a Lucca nel 1650, il sacerdote e architetto Domenico Martinelli, dopo aver insegnato all'Accademia di San Luca a Roma, acquista notorietà in centro Europa dove lascia un'impronta architettonica indelebile con il progetto del castello di Austerlitz.
Nota biografica
Domenico Martinelli nasce a Lucca il 30 novembre 1650 da una famiglia di modeste condizioni. Egli è il primogenito di sette figli. Aiutato dal padre Paolino, agrimensore, compie i suoi primi studi nel campo del disegno e delle matematiche. Nel 1673 viene ordinato prete, ma continua a dedicarsi allo studio del disegno, cui è particolarmente portato. Nel dicembre del 1678, a seguito di una lite con il Capitolo della Cattedrale di San Martino, si trasferisce a Roma. Entrato a far parte dell’Accademia di San Luca, riesce immediatamente a mettersi in luce vincendo i concorsi accademici di architettura per due anni consecutivi. In contatto con i maestri più influenti del periodo tra i quali Carlo Fontana, nel 1683 Martinelli diventa professore di Architettura e Prospettiva nella stessa Accademia. 
Tramite l’Accademia entra in contatto con importanti committenti stranieri e nel 1690, dopo una serie di incarichi per corrispondenza svolti per mecenati di Lucca e Massa, si trasferisce a Vienna, dove ottiene immediato successo quale interprete del linguaggio tardobarocco romano. Per quindici anni lavora per le più importanti famiglie aristocratiche del centro Europa (i Liechtenstein, gli Obizzi, i Czernin, i Sobieski, gli Harrach, i Sternberg e molti altri), adattandosi alle loro aspettative, alle tipologie costruttive e alle tradizioni locali. È suo il bellissimo castello di Austerlitz, tutt’oggi visitabile, nella regione morava della Repubblica Ceca. 
Nel 1705, a seguito della morte del suo principale committente, il conte Kaunitz di Vienna, torna a Roma e prosegue la carriera accademica fino al 1716, quando le sue condizioni di salute lo spingono a ritornare a Lucca. Qui, il 10 settembre 1718, muore amareggiato e in povertà, in casa del fratello minore Lorenzo, residente nella parrocchia di San Matteo. Sarà seppellito il giorno successivo in San Paolino, secondo la sua volontà.
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